venerdì 5 settembre 2014

IL GATTO E LE CREDENZE POPOLARI

Il gatto fu utilizzato nella caccia ai topi e ad altri animali molesti fin da tempi antichissimi e fu venerato da tantissime civiltà.
Nell'Antico Egitto i gatti domestici erano adorati e raffigurati in dipinti, sculture e incisioni. Gli Antichi Egizi tenevano in grande considerazione questo animale, tanto che lo scelsero per rappresentare Bastet, un'antica divinità della mitologia egizia, di norma raffigurata con corpo di donna e testa di gatto.
Anche Sekhmet, sorella di Bastet è raffigurata con parti anatomiche di gatto. Il gatto condivideva con Bastet la fertilità e la chiaroveggenza, mentre con Sekhmet la preveggenza. Sekhmet, che rappresentava la giustizia e la potenza in guerra, veniva interrogata dai sacerdoti per conoscere i piani del nemico e quindi aiutare i soldati in battaglia.
I gatti erano considerati animali sacri al punto che, se accidentalmente ne veniva ucciso uno, lo sfortunato responsabile doveva essere punito con la morte.
In caso di incendio o qualsiasi emergenza che richiedeva l'evacuazione di un'abitazione, il gatto doveva essere salvato prima di ogni altro membro della famiglia e degli oggetti che si trovavano nella casa. Quando un gatto moriva, per le persone a esso legate cominciava un lungo periodo di lutto, caratterizzato dalla rasatura delle sopracciglia e dalla percussione di gong funebri per esprimere il dolore. Gli Egizi credevano che anche per il gatto esistesse l'aldilà e perciò anch'essi venivano mummificati e, quindi, sepolti, con tanto di funerale.
Il periodo buio per i gatti in Europa inizia nel Medioevo quando il Cristianesimo decise di estirpare tutte le religioni pagane. Il culto della dea-gatta Iside (per gli Egizi), Artemide (per i Greci) e Diana (per i Romani) era ancora molto diffuso e aveva numerosi seguaci in tutta Europa.
Nel medioevo veniva associato alle streghe e veniva definito creatura del demonio a causa delle sue abitudini notturne e poi cn il passare del tempo questa associazione si è tramutata in superstizione ed è rimasta solo per il gatto nero perché era sinonimo di sfortuna.quando una presunta strega veniva bruciata,il gatto veniva arso vivo con lei,da quando nel 1233 papa Gregorio IX emanò la bolla Vox in Rama , primo documento ecclesiastico ufficiale che condanna il gatto nero come incarnazione di Satana e dava l'avallo della chiesa di Roma allo sterminio dei gatti e delle loro padrone e prendersi cura di anche sono un gatto nero era un biglietto di sola andata per la morte. (anche il possedere una scopa era sufficiente per finire sul rogo,dato che la pulizia era alquanto disdicevole all’epoca) Pare che questo odio per la pulizia e per il gatto sia stato favorito dall'atteggiamento cristiano verso l'Islam. Infatti i musulmani avevano molti riti legati ai bagni (dovevano fare le abluzioni, cioè lavare parti del corpo, prima di entrare nella moschea) e rispettavano e amavano il gatto.Papa Innocenzo VIII (1484-1492) scomunicò ufficialmente tutti i gatti.
Ci sono molte teorie sull’accanimento proprio sui gatti e in particolare su quelli neri: il gatto è un animale che ama girare di notte e un gatto nero di notte era praticamente invisibile: si vedevano solo gli occhi gialli che brillavano al buio. Il gatto è capace di vedere anche in ambienti poco illuminati da sembrare bui all'occhio umano.
L'orecchio del gatto è in grado di percepire i cambiamenti nell'aria di umidità e di pressione e quindi il gatto ha sostanzialmente la capacità di prevedere i cambiamenti climatici strofinandosi l'orecchio con la zampa. Questa sua abilità, che andava al di là dei cinque sensi, era conosciuta e sfruttata dai contadini ma divenne un'altra caratteristica che faceva associare il gatto a Satana.
Infatti uno degli appellativi di quest'ultimo è Principe dell'Aria
. Anche quel suo sguardo magnetico e intelligente che ci affascina tanto oggi, era considerato di natura soprannaturale e sicuramente anche il suo temperamento indipendente e libero non era ben visto a quell'epoca.
Il gatto era considerato il diavolo in persona. Si credeva che apparisse quando donne e uomini che svolgevano riti pagani in onore di Iside lo evocavano. Anche i templari e i catari furono accusati di essere adoratori di gatti.
Un altro motivo è perchè ai tempi in cui si utilizzavano le carrozze e l'illuminazione per le strade era scarsa. I gatti di notte non si vedevano e se un gatto finiva sotto le ruote di una carrozza provocava un incidente in quanto i cavalli si spaventavano e si imbizzarrivano
.Un altro ha a che fare con i pirati turchi che erano soliti portare a bordo delle navi dei gatti neri per cacciare i topi nella stiva (neri perchè così erano meno visibili nel buio). Quando i pirati approdavano vicino a una città, in attesa di saccheggiarla, i gatti potevano approfittarne per scendere a terra. Vedere in giro un gatto nero, quindi, divenne un presagio di sventura.
Con l'Illuminismo le donne e i gatti cessarono di essere perseguitati e l'epoca buia si dissolse. Nel corso del 1800, grazie a Pasteur,che proponeva il gatto come esempio di pulizia per evitare di prendere malattie e ad altri studiosi, fu rivalutata la figura del gatto,che uccideva i topi portatori di 35 malattie mortali all’uomo come la peste ed il tifo.

Fin dall'inizio il gatto era il compagno del focolare e passava più tempo in casa vicino alla donna, a differenza del cane e del cavallo che seguivano l'uomo nella caccia o in altri lavori. Probabilmente è proprio per aver sempre condiviso la stessa sorte nel bene e nel male che si è formata questa maggior complicità e affiatamento reciproco.














Alice Di Bernardo 05/09/2014

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