sabato 23 agosto 2014

Le 13 colonne della strega


Volevo oggi riportarvi le tredici colonne della strega con la spiegazione di ognuna giorno per giorno.(questa è una cosa in più):

1 CONOSCI TE STESSO
2 CONOSCI LA TUA ARTE
3 IMPARA
4 ABBI PAZIENZA
5 APPLICA LA CONOSCENZA CON SAGGEZZA
6 RAGGIUNGI L'EQUILIBRIO
7 MANTIENI LE TUE PAROLE IN BUON ORDINE
8 MANTIENI I TUOI PENSIERI IN BUON ORDINE
9 CELEBRA LA VITA
10 ARMONIZZATI CON I CICLI NATURALI
11 MANTIENI IL TUO CORPO SANO
12 MEDITA
13 ONORA LA DEA E IL DIO.

1) CONOSCI TE STESSO
La conoscenza di sé è il passo fondamentale per intraprendere un percorso spirituale. Quante persone possono dire realmente di conoscere se stessi? E in quali sfumature? Quante di queste sfumature? Ogni essere umano, dualmente energetico, ha dentro di sé un lato oscuro e un lato luminoso. Esattamente come la Dea ed esattamente come il Dio. Questi due aspetti, per quanto noi crediamo siano in disequilibrio tra loro, in realtà hanno un forzato equilibrio dentro noi. Il lato luminoso di noi rispecchia la parte diurna della nostra vita, quindi il lato materiale, la veglia e la parte pratica. Il lato oscuro invece rappresenta la sfera spirituale, il sonno e il lato artistico, meditativo di noi. Quanti di noi possono affermare di conoscere se stessi in profondità? Molti lo fanno, certamente... ma pochi mettono in questa risposta la piena coscienza di dare per scontati lati di se stessi. Parliamo ad esempio di una situazione di tensione, di pericolo di vita, di istinto irrefrenabile. Quanti di noi possono prevedere esattamente come reagirebbero di fronte ad una situazione che non possiamo considerare stando seduti davanti ad un pc? Questo è un aspetto della nostra natura che noi aborriamo. Il dolore, sia fisico che morale, spesso ha il potere di piegare le persone e portarle ad uno stato alterato e inconoscibile di se stessi, proprio perché non siamo soliti provarlo spesso; se fosse così il nostro Io cambierebbe e noi diventeremmo degli stoici dal cuore di pietra. Quattro anni e mezzo fa, nel buio di un ospedale, vedere la madre di mio figlio soffrire le doglie del parto e sentirla urlare ed implorare mi ha cambiato dentro. Mi ha fatto capire che una parte di me che non conoscevo era lì a bussare a dirmi che c'era e che io non l'avevo considerata. Aggredire il pediatra di turno quando mio figlio era in pericolo di vita una settimana più tardi perché non mi dava risposte e non si cimentava con la solerzia che ritenevo considerevole per una situazione così critica mi ha fatto esplorare un lato di me che non avevo mai conosciuto. Nel corso del tempo ne esplorerò altri. Prima di quei momenti potevo forse dire di conoscere realmente me stesso? No. Potevo dire di sapere a grandi linee come pensavo mi sarei comportato in una data situazione, con il dovuto margine di errore. Non di più.
Quando ho sottoposto alle persone che frequentano il mio gruppo di studio il primo compito, mirato proprio alla conoscenza di sé, ho notato che molti di loro hanno preso questa cosa alla leggera. Ho fatto loro compilare due liste di qualità. Una di lati positivi, di punti forti e una di lati deboli e difetti. Dopodiché ho chiesto loro di far leggere le due liste ad una persona che, a loro parere, li conosceva molto bene e attendere correzioni e critiche. Al successivo incontro li ho visti sorpresi e in difficoltà. Molti hanno sostenuto di essere rimasti meravigliati della facilità con cui spesso hanno visto più lati negativi che positivi in loro stessi e di come chi ha letto quelle due liste ha aggiornato alcune cose, aggiunto dei lati positivi e depennato alcuni lati negativi. Ciò che vediamo di noi nello specchio spesso non è quello che vedono gli altri, quindi... e spesso ciò che vediamo noi di noi stessi è una visione distorta da alcuni condizionamenti. Un'anoressica allo specchio si vedrà grassa anche quando un colpo di vento starà per portarla via... un medico che dice ad un ipocondriaco: "lei è ipocondriaco" si sentirà rispondere: "Ed è grave?". Conoscere se stessi significa anche sapere ciò che vogliamo, capire che se siamo persone poco inclini a portare avanti un progetto fino alla fine, non è il caso che intraprendiamo un cammino magico come quello wiccan. Accettare che alcune cose non fanno per noi, anche se ci piacciono da impazzire ad un primo acchito. Avere l'onestà interiore di non mentire a noi stessi. Significa che dentro di noi la verità su noi stessi la sappiamo sempre, anche quando diciamo menzogne. Capita sì a volte di non riuscire a vedere alcuni lati di noi stessi che vogliamo celare, mantenere eclissati, ma il più delle volte cerchiamo di mascherare qualcosa di noi che non ci piace, odiando negli altri i nostri stessi comportamenti, i nostri stessi difetti... proprio come gatti che alzano il pelo innanzi ad uno specchio.
Proprio come la Quercia, che era sacra ai druidi perché aveva la medesima quantità di rami che si innalzavano al cielo per la medesima quantità di radici che affondavano nel terreno (così sopra, così sotto, ci avrebbe detto Ermete Trismegisto), ecco che noi affondiamo le nostre radici nel lato oscuro di noi, quello nascosto che non vediamo, ma che c'è per quanto grande è quello luminoso, che mette frutti e fiori e gemme. E in dati periodi della nostra vita o dell'anno, proprio come la quercia, le nostre energie sono rivolte al basso, in fase meditativa e oscura, mentre in altre fasi sono rivolte alla vita, alla rinascita. Conoscere se stesso significa farsi i conti con entrambi i lati di noi, quello oscuro e quello luminoso, ed accettarli. Rami e radici. Accettarli entrambi perché ci sono e fanno parte di noi, per quanto possa non piacerci avere a che fare con loro.
Inoltre, ultimo ma non meno importante, conoscere te stesso per migliorare te stesso e migliorare te stesso per migliorare le altre persone intorno a te. Il primo, fondamentale passo per diventare una strega.
Buona lettura :)

Alessio Pacaccio 23 agosto 2014 UGN

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