Nell'Antico Egitto i gatti domestici erano adorati e raffigurati in dipinti, sculture e incisioni. Gli Antichi Egizi tenevano in grande considerazione questo animale, tanto che lo scelsero per rappresentare Bastet, un'antica divinità della mitologia egizia, di norma raffigurata con corpo di donna e testa di gatto.
Anche Sekhmet, sorella di Bastet è raffigurata con parti anatomiche di gatto. Il gatto condivideva con Bastet la fertilità e la chiaroveggenza, mentre con Sekhmet la preveggenza. Sekhmet, che rappresentava la giustizia e la potenza in guerra, veniva interrogata dai sacerdoti per conoscere i piani del nemico e quindi aiutare i soldati in battaglia.
I gatti erano considerati animali sacri al punto che, se accidentalmente ne veniva ucciso uno, lo sfortunato responsabile doveva essere punito con la morte.
In caso di incendio o qualsiasi emergenza che richiedeva l'evacuazione di un'abitazione, il gatto doveva essere salvato prima di ogni altro membro della famiglia e degli oggetti che si trovavano nella casa. Quando un gatto moriva, per le persone a esso legate cominciava un lungo periodo di lutto, caratterizzato dalla rasatura delle sopracciglia e dalla percussione di gong funebri per esprimere il dolore. Gli Egizi credevano che anche per il gatto esistesse l'aldilà e perciò anch'essi venivano mummificati e, quindi, sepolti, con tanto di funerale.
Il periodo buio per i gatti in Europa inizia nel Medioevo quando il Cristianesimo decise di estirpare tutte le religioni pagane. Il culto della dea-gatta Iside (per gli Egizi), Artemide (per i Greci) e Diana (per i Romani) era ancora molto diffuso e aveva numerosi seguaci in tutta Europa.

Ci sono molte teorie sull’accanimento proprio sui gatti e in particolare su quelli neri: il gatto è un animale che ama girare di notte e un gatto nero di notte era praticamente invisibile: si vedevano solo gli occhi gialli che brillavano al buio. Il gatto è capace di vedere anche in ambienti poco illuminati da sembrare bui all'occhio umano.
L'orecchio del gatto è in grado di percepire i cambiamenti nell'aria di umidità e di pressione e quindi il gatto ha sostanzialmente la capacità di prevedere i cambiamenti climatici strofinandosi l'orecchio con la zampa. Questa sua abilità, che andava al di là dei cinque sensi, era conosciuta e sfruttata dai contadini ma divenne un'altra caratteristica che faceva associare il gatto a Satana.
Infatti uno degli appellativi di quest'ultimo è Principe dell'Aria
. Anche quel suo sguardo magnetico e intelligente che ci affascina tanto oggi, era considerato di natura soprannaturale e sicuramente anche il suo temperamento indipendente e libero non era ben visto a quell'epoca.
Il gatto era considerato il diavolo in persona. Si credeva che apparisse quando donne e uomini che svolgevano riti pagani in onore di Iside lo evocavano. Anche i templari e i catari furono accusati di essere adoratori di gatti.
Un altro motivo è perchè ai tempi in cui si utilizzavano le carrozze e l'illuminazione per le strade era scarsa. I gatti di notte non si vedevano e se un gatto finiva sotto le ruote di una carrozza provocava un incidente in quanto i cavalli si spaventavano e si imbizzarrivano
.Un altro ha a che fare con i pirati turchi che erano soliti portare a bordo delle navi dei gatti neri per cacciare i topi nella stiva (neri perchè così erano meno visibili nel buio). Quando i pirati approdavano vicino a una città, in attesa di saccheggiarla, i gatti potevano approfittarne per scendere a terra. Vedere in giro un gatto nero, quindi, divenne un presagio di sventura.
Con l'Illuminismo le donne e i gatti cessarono di essere perseguitati e l'epoca buia si dissolse. Nel corso del 1800, grazie a Pasteur,che proponeva il gatto come esempio di pulizia per evitare di prendere malattie e ad altri studiosi, fu rivalutata la figura del gatto,che uccideva i topi portatori di 35 malattie mortali all’uomo come la peste ed il tifo.
Fin dall'inizio il gatto era il compagno del focolare e passava più tempo in casa vicino alla donna, a differenza del cane e del cavallo che seguivano l'uomo nella caccia o in altri lavori. Probabilmente è proprio per aver sempre condiviso la stessa sorte nel bene e nel male che si è formata questa maggior complicità e affiatamento reciproco.
Alice Di Bernardo 05/09/2014
Nessun commento:
Posta un commento